Massa, 15 mar. - Ha seviziato la giovane moglie per mesi. La costringeva a non uscire di casa e se non ascoltava i suoi ordini passava la punta di un coltello sul fuoco e poi le bruciava la carne con la posata arroventata. Un supplizio finito circa un anno fa, durante l'ennesima punizione corporale. Rachida non ce l'ha fatta a soffocare le urla. È riuscita a scappare da quella casa degli orrori e si è rifugiata dai vicini. Loro l'hanno portata all'ospedale, dove i medici hanno visto quelle brutte ustioni e l'hanno medicata restituendole quella dignità che l'uomo che le aveva imposto di sposare il padre le aveva rubato. Così Zaihir è stato arrestato. È finito in cella per qualche giorno e poi ai domiciliari. Intanto lei era fuggita in Francia, dove ha trovato ospitalità dal fratello. È tornata a Massa solo per raccontare in aula quello che aveva subito. L'uomo, un marocchino di 45 anni, è stato condannato a 2 anni. Con la condizionale. L'avvocato di partecivile presenterà appello contro una condanna che in molti ritengono troppo lieve. L'operaio magrebino lunedì tornerà a lavorare, come ha sempre continuato a fare dopo la concessione dell'obbligo di dimora nelle ore notturne.
Origine: Il Tirreno
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