Afghanistan, l'alpino ucciso: «La mia vita è la carriera militare»

Il tenente Massimo Ranzani, 37 anni, originario di Ferrara, e residente a Santa Maria Maddalena, nel comune di Occhiobello in provincia di Rovigo, appartenente al quinto reggimento alpini di stanza a Vipiteno, è morto e altri quattro soldati sono rimasti feriti gravemente nell'ovest dell'Afghanistan a seguito dell'esplosione di una bomba. È stata accolta con «profondo dolore» tra gli alpini della caserma Salsa di Belluno, sede del settimo Reggimento alpini, la notizia della morte del tenente. Ranzani aveva svolto servizio a Belluno per qualche anno, fino al 2004, come sottufficiale, prima di diventare ufficiale e essere riassegnato a Vipiteno. Daniele Chiarioni, sindaco di Occhiobello, non sa darsi pace per la morte in Afghanistan del tenente Massimo Ranzani, originario di questa terra così come in questa cittadina era cresciuta la prima vittima rodigina caduta in Afghanistan il 28 luglio dello scorso anno, il maresciallo Mauro Gigli. Il sindaco rileva che la notizia della disgrazia è stata portata ai genitori che vivono nella frazione di Santa Maria Maddalena dal comandante dei carabinieri di Castelmassa e dal comandante della stazione locale. Nelle prossime ore l’amministrazione comunale deciderà sul lutto cittadino. Chiusi nel dolore, ma orgogliosi del loro figlio: accanto a Mario e Iole Ranzani, i genitori di Massimo Ranzani, nella villetta a Occhiobello ci sono alcuni familiari e rappresentanti dell’esercito, tra cui il comandante del quinto Reggimento Artiglieria Contraerea di Rovigo e Padova. «Non voglio sposarmi perché facendo questo lavoro non vorrei complicare la vita alla mia famiglia». Così si era confidato ad un’amica di Santa Maria Maddalena (Rovigo), Massimo Ranzani. A raccogliere queste parole era stata Paola Guerzoni che aveva incontrato Ranzani proprio lo scorso Natale, quando il tenente era tornato a casa per salutare i genitori. Il tenente e' stato promosso al grado di capitano. Lo rende noto lo Stato maggiore dell'Esercito. Le condizioni dei quattro militari del 5/o reggimento alpini ricoverati presso l'ospedale da campo di Shindand 'non destano preoccupazioni e nessuno di loro e' in pericolo di vita'. Lo sottolinea lo Stato maggiore della Difesa.

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