Quattro elicotteri, 79 uomini e 40 minuti per condurre a termine l'operazione del secolo contro Osama Bin Laden. E' quasi mezzanotte quando quattro elicotteri americani entrano nello spazio aereo pakistano. I velivoli, una versione speciale dei Blackhawk,
con ogni probabilita' si sono alzati in volo da Jalalabad, in Afghanistan. A guidarli i piloti del 160° Reggimento Aereo delle Special Operations. Il presidente americano segue l'operazione dalla situation room della Casa Bianca mentre Leon Panetta, capo della Cia, e' a Langley, collegato in videoconferenza. Entrambi possono monitorare cio' che avviene minuto per minuto, via computer. Il cielo pakistano e' avvolto nell'oscurita', e' una notte senza luna: per il commando, che conta sull'effetto sorpresa, sono le condizioni migliori. Malgrado cio' i residenti di Abbottabad intravedono fra le nuvole l'inconfondibile sagoma di quattro elicotteri. Alcuni si spaventano, altri pensano subito che sia in corso un'operazione anti-terrorismo. E' forse a questo punto che si verifica il primo imprevisto che fa tremare il capo della Casa Bianca: un velivolo non puo' proseguire. Fonti ufficiali diranno che ha avuto un'avaria ed e' stato distrutto per non lasciarlo in mani nemiche. In ogni caso, l'incidente non provoca perdite e i Seals decidono di andare avanti. Un commando di 15-25 uomini si apre la strada dentro il compound. Dentro il bunker si nascondono 17 o 18 persone, come riferito da fonti dei servizi pakistani. Tra queste, diversi bambini e, naturalmente, Bin Laden. I muri delle casupole vicine tremano, la rete elettrica salta in tutta la zona. Poco dopo, si avverte distintamente il rumore di una sparatoria. Dura appena due, tre minuti. Prima del blitz, riferiranno fonti di intelligence Usa, i terroristi stavano dormendo. Nel rapido scambio di fuoco muoiono altri due uomini. Le vittime di sesso maschile alla fine risulteranno essere il figlio di Bin Laden, Khalid, il corriere di fiducia (probabilmente Abu Ahmad al Kuwaiti) e suo fratello. Altre due donne saranno ferite, tra cui la moglie yemenita del superterrorista. La Primula Rossa e' al terzo piano. La sua alta figura e' fasciata dalla tunica tradizionale, lo shalwar khamez. Ha capito tutto e cerca di difendersi. I Seals gli sono addosso ma lui oppone resistenza, almeno secondo alcune ricostruzioni. Gli sparano due volte, al petto e sopra l'occhio sinistro. Un militare fotografa il cadavere straziato di Bin Laden e invia l'immagine alla Cia per l'analisi facciale e antropometrica. Dopo, il commando si ritira, non prima di aver sequestrato dvd, documenti e diversi hardware dei computer presenti nel bunker.
Via: AGI
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