Brusca: premier non c'entra con stragi, Riina fece il nome di Mancino

Il 'papello' con le richieste della cupola mafiosa per avviare una trattativa con lo Stato è tornato oggi alla ribalta nell'aula bunker di Firenze, dove il pentito Giovanni Brusca è stato chiamato a testimoniare al processo che vede imputato Francesco Tagliavia, il boss di Brancaccio accusato di aver partecipato all'organizzazione delle stragi mafiose del 1993 a Firenze, Roma e Milano. Alla domanda del presidente della Corte d'Assise d'Appello se Riina gli avesse fatto i nomi delle persone attraverso le quali il 'papello' era stato consegnato alle istituzioni dello Stato, il pentito ha risposto: "Riina non mi disse il nome del tramite. Mi fece però il nome del committente finale: quello dell'allora ministro dell'Interno, onorevole Nicola Mancino". Immediata la replica di Mancino affidata a una nota: "E' una vendetta contro chi ha combattuto la mafia con leggi che hanno consentito di concludere il maxiprocesso e di perfezionare e rendere più severa la legislazione di contrasto alla criminalità organizzata". "Berlusconi e dell'Utri come mandanti esterni delle stragi di mafia, lo ripeto e l'ho sempre detto, non c'entravano nulla". "Riina mi disse che Marcello Dell'Utri e Vito Ciancimino gli volevano portare la Lega e un altro soggetto politico che non ricordo", ha detto Brusca sottolineando che l'uccisione dell'onorevole Salvo Lima il 20 marzo 1992 fu decisa perché il parlamentare democristiano "non si era messo a disposizione per il maxi processo".

Via: Adnkronos

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