I carabinieri del Ris di Roma avrebbero trovato i profili genetici di un uomo e di una donna sulla stessa siringa ed il laccio emostatico sulla quale non sono stati rilevati né il Dna di Melania Rea né quello del marito Salvatore Parolisi. Gli investigatori ora stanno cercando di capire se le tracce appartengano a personaggi già sfiorati sull'inchiesta o ad altri. I due oggetti sono stati sicuramente utilizzati per confondere gli investigatori, che sin da subito avevano pensato a un maldestro depistaggio. Come fuorviante e ininfluente per la risoluzione del caso era parsa la svastica incisa con il coltello su una coscia della vittima. Tra stamattina e oggi pomeriggio, diverse persone sono state interrogate dai carabinieri agli ordini del comandante provinciale, colonnello Alessandro Patrizio.
"Io e Melania ci amavamo molto, non è vero che fossimo in crisi", ha dichiarato il marito. Eppure alcune testimonianze rivelano il contrario e parlano di una coppia spesso segnata da burrascosi litigi. Restano comunque da accertare alcuni dettagli importanti. Sembra infatti che non sia stata ancora trovata la borsa di Melania. Altrettanto misteriosa è la questione del trolley che Salvatore Parolisi avrebbe avuto sull'auto il giorno della scomparsa e la cui presenza è stata confermata da Raffaele Paciolla, l'agente della polizia penitenziaria a cui il marito di Melania ha chiesto aiuto subito dopo la scomparsa della moglie. Anche di questa valigia non ci sono più tracce.
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