L'ex terrorista rosso Cesare Battisti, condannato a 4 ergastoli, continua la sua bella vita in Brasile, libero e assimilato - da alcuni media brasiliani - ad un eroe della resistenza. Nella sua ultima intervista in ordine di tempo alla tv del quotidiano 'Folha de
Sao Paolo' continua a dare la sua versione dei fatti. In Italia c'era "quasi una guerra civile. Se me l'avessero ordinato, avrei ucciso. Per fortuna cio' non e' mai successo, e non ho mai pensato fosse una via d'uscita", racconta un sorridente Battisti per aggiungere: "Avevo 16 anni quando sono entrato nella militanza, non sono piu' la stessa persona. Se oggi continuassi ad essere un rivoluzionario sarei un'idiota". L'ex leader dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac) racconta in sua difesa "non siamo stati noi i primi a prendere le armi, sono stati i regimi, gli Stati. Ero molto giovane, e come tanti dopo il '68 abbiamo ritenuto che potevamo sistemare il mondo con le armi". Battisti giustifica le sue azioni come un fatto personale: "Quando iniziano a uccidere il tuo migliore amico, e hai 20 anni, reagisci con le armi".
Sao Paolo' continua a dare la sua versione dei fatti. In Italia c'era "quasi una guerra civile. Se me l'avessero ordinato, avrei ucciso. Per fortuna cio' non e' mai successo, e non ho mai pensato fosse una via d'uscita", racconta un sorridente Battisti per aggiungere: "Avevo 16 anni quando sono entrato nella militanza, non sono piu' la stessa persona. Se oggi continuassi ad essere un rivoluzionario sarei un'idiota". L'ex leader dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac) racconta in sua difesa "non siamo stati noi i primi a prendere le armi, sono stati i regimi, gli Stati. Ero molto giovane, e come tanti dopo il '68 abbiamo ritenuto che potevamo sistemare il mondo con le armi". Battisti giustifica le sue azioni come un fatto personale: "Quando iniziano a uccidere il tuo migliore amico, e hai 20 anni, reagisci con le armi".
Fonte: AGI
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