Far lavorare i detenuti non pericolosi nelle zone dell'Emilia colpite dal terremoto, per gli interventi urgenti di ripristino e per velocizzare la ripresa. Questa l'idea che ha lanciato il ministro della Giustizia Paola Severino, nel corso di una conferenza stampa all'interno del carcere di Bologna, dove è intervenuta per controllare di persona la situazione penitenziaria in seguito al sisma. "E' un'idea, devo parlare con il provveditore e il direttore, ma mi piacerebbe rendere utile la popolazione carceraria non pericolosa per i lavori di ripresa del territorio" ha detto il ministro. Severino ha precisato che questi detenuti andrebbero individuati fra coloro che sono già "in regime di semilibertà o non pericolosi". Difficile, ora, fare una stima esatta di quanti potrebbero essere ma, dati alla mano, il ministro ha sottolineato che solo nel carcere di Bologna "ci sono 246 tossicodipendenti, ambito in cui si possono distinguere casi di persone non pericolose, ma anche un 57% di detenuti extracomunitari tra cui alcuni che hanno una grande voglia di ricominciare". I detenuti nel braccio di alta sicurezza sono infatti solo 101, pari al 10% dei detenuti della Dozza.
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