La nazionale di calcio specchio del Paese: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha volutamente accostato i due ambiti, nel corso del discorso che ha rivolto agli azzurri reduci dal campionato europeo di calcio, ricevuti al Quirinale. "C'è da cambiare ancora molto, abbiamo alle spalle momenti difficili, e certe volte quando dico queste cose mi domando se sto parlando del calcio o dell'Italia", ha osservato il capo dello Stato. "Le due cose si somigliano - ha aggiunto - e anche per questo ha avuto tanta presa sugli italiani la vostra straordinaria impresa. I commenti toccava a Prandelli farli, li ha fatti e ancora una volta mi sono piaciuti". "Vorrei evitare - ha proseguito suscitando l'appplauso dei presenti - per non essere stucchevole, di ripetere le parole che vi ho scritto rispondendo ai vostri auguri per il mio compleanno. La cosa importante è che quelle parole valgono dopo Kiev esattamente come valevano prima di Kiev, perché esprimevano un riconoscimento che è mio, è delle istituzioni e di milioni di italiani (...) Voi eravate partiti per i campionati europei non dimenticando quali tensioni e quali cadute avesse conosciuto e stia ancora attraversando il mondo del calcio in Italia (...)". A Napolitano Andrea Pirlo e Mario Balotelli hanno consegnato un gagliardetto e un pallone con le firme di tutti i giocatori.
Fonte: Presidenza della Repubblica
Via: TM News
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