"Le armi da caccia dall'1 settembre a sabato 20 ottobre hanno ucciso 13 persone e ferite 33, tra cacciatori e non. La questione non è più 'caccia-sì' o 'caccia-no': qui si tratta di fermare una vera strage. Le opinioni contano poco di fronte a questi fatti, a questi numeri di sangue". Lo dice in una nota Daniela Casprini, presidente dell'associazione Vittime della caccia, dopo la morte ieri del 16enne vicino Pavia. "Non è forse un fenomeno allarmante questa escalation di vittime? Con quale coscienza - si chiede l'associazione - politici e amministratori vari continuano a favorire la caccia in ogni modo, pure a costo di andare contro le normative, incrementando anche questa barbarie? Non è accettabile, il Governo deve fare qualcosa: questa è una guerra". "Un normale cittadino non può svolgere le proprie attività in campagna che rischia di essere massacrato da gente irresponsabile, spesso arrogante, ma armata. La caccia in Italia deve essere bandita: i cacciatori non hanno i requisiti per usufruire della concessione dello Stato, come previsto dalla Legge 157/92. Perchè se una esigua categoria di persone (720.000 circa) provoca un così alto numero di vittime, credo sia lecito dubitare sulla loro effettiva idoneità".
Fonte: TM News
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