Due giorni dopo il sequestro preventivo di 1,2 miliardi di euro a Emilio e Adriano Riva, la Guardia di Finanza ha portato a termine altre operazioni nell'ambito dell'inchiesta sui presunti reati ambientali allo stabilimento Ilva di Taranto. In azione sia a Milano che a Taranto, le fiamme gialle hanno bloccato beni mobili e immobili e disponibilità economiche per un totate di 8,1 miliardi di euro. I provvedimenti hanno riguardato la famiglia Riva e interessano tanto l'Ilva quanto la Riva Fire spa. I sequestri di ieri, come previsto nella legge 231, non bloccheranno la produzione dell'acciaieria di Taranto e non metteranno a rischio i posti di lavoro. Custode e amministratore dei beni sequestrati sarà il commercialista Mario Tagarelli, uno dei quattro custodi giudiziari degli impianti dell'Ilva sotto sequestro da 10 mesi. Al termine del Cda dell'Ilva tenutosi a Milano, Bruno Ferrante, Enrico Bondi e Giuseppe De Iure hanno presentato le proprie dimissioni da consiglieri. "Vista la gravità della situazione e incidendo il provvedimento di sequestro anche sulla partecipazione di controllo di Ilva detenuta da riva Fire, i Consiglieri, Bruno Ferrante, Enrico Bondi e Giuseppe De Iure hanno presentato le dimissioni dalle rispettive cariche con effetto dalla data dell'Assemblea dei Soci, che il Consiglio ha convocato per il giorno 5 giugno ore 9, ponendo all'ordine del giorno la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione", annuncia in una nota l'Ilva.
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