Incidenti e scontri con la polizia nel sud di Mosca sono sfociati in almeno 300 arresti di giovani che stavano protestando per l'omicidio di un ragazzo russo da parte di un immigrato. Le proteste sono presto degenerate. I manifestanti hanno lanciato molotov contro gli agenti che tentavano di fermarli. La protesta è esplosa dopo l'uccisione avvenuta giovedì scorso di un 25enne accoltellato sotto gli occhi della sua fidanzata. In base alle immagini delle telecamere, l'assassino era un uomo con tratti asiatici. I residenti credono che si tratti di un clandestino proveniente dal Caucaso. Migliaia di manifestanti hanno preso d’assalto un centro commerciale, hanno distrutto finestre e vetrine e hanno tentato di incendiare l’edificio. Poi si sono diretti verso un magazzino dove lavorano diversi immigrati, ritenuti responsabili dell’aumento del tasso di criminalità nel quartiere Biriouliovo, alla periferia della capitale. Lesioni hanno subito 23 manifestanti, otto dei quali finiti all'ospedale, e sei agenti degli "Omon", le unità speciali del ministero dell'Interno russo, tra cui sei che sono dovuti essere ricoverati. Il precedente più importante risale al dicembre del 2010 quando gli scontri tra nazionalisti contro gli immigrati e la polizia raggiunsero le mura del Cremlino. All'epoca la caccia allo straniero venne innescato dall'uccisione di un russo al termine di una partita di calcio. Atto per cui venne imputato un uomo dal Caucaso settentrionale.
Fonte: Euronews
Via: Rai News24
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