La Squadra Mobile di Ragusa, unitamente alla Compagnia dei Carabinieri di Modica ed alla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Pozzallo, ha eseguito il fermo di Brabra Mouhamed di 40 anni e Belaid Hassen di 24 anni, entrambi tunisini, in
quanto ritenuti responsabili di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l'ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l'ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per averle sottoposte a trattamento inumano e degradante. Il 22 aprile scorso, gli arrestati hanno condotto dalle coste libiche a quelle italiane una fatiscente imbarcazione carica di quasi 200 migranti di origini eritree. Tra i migranti vi erano 50 donne e 10 neonati. Dagli accertamenti immediati sui telefoni cellulari veniva subito constatato che gli scafisti erano in contatto con l'organizzazione criminale che gli assicurava il pagamento elettronico di quasi 20.000 euro ad avvenuto approdo. Gli sms debitamente tradotti dalla lingua araba hanno consentito di raccogliere fondamentali elementi di prova a loro carico. I due cittadini tunisini venivano quindi condotti nell'ufficio di Polizia di Stato sito all'interno del Cpsa per l'identificazione.
quanto ritenuti responsabili di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l'ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l'ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per averle sottoposte a trattamento inumano e degradante. Il 22 aprile scorso, gli arrestati hanno condotto dalle coste libiche a quelle italiane una fatiscente imbarcazione carica di quasi 200 migranti di origini eritree. Tra i migranti vi erano 50 donne e 10 neonati. Dagli accertamenti immediati sui telefoni cellulari veniva subito constatato che gli scafisti erano in contatto con l'organizzazione criminale che gli assicurava il pagamento elettronico di quasi 20.000 euro ad avvenuto approdo. Gli sms debitamente tradotti dalla lingua araba hanno consentito di raccogliere fondamentali elementi di prova a loro carico. I due cittadini tunisini venivano quindi condotti nell'ufficio di Polizia di Stato sito all'interno del Cpsa per l'identificazione.
Via: Radio RTM
Foto dal video
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