Hanno sottratto i manganelli alla polizia, poi si sono arrampicati sulla recinzione alta 7 metri e sono rimasti in cima alla barriera per ore. Hanno cercato di allontanare gli agenti dando fuoco ai vestiti e hanno risposto allo spray al peperoncino salendo ancora più in alto, fino ai lampioni al grido di "libertà". Settecento migranti africani hanno preso d'assalto la frontiera che separa il marocco dall'enclave spagnola di Melilla. In 140 ce l'hanno fatta, gli altri sono stati bloccati e arrestati. Ma gli scontri con la polizia marocchina sono andati avanti per ore, decine di feriti sono stati curati dalla Croce rossa. Quelli che sono riusciti ad entrare sono stati trasportati in un centro di prima accoglienza, ma la situazione nella struttura è al collasso. La pressione dei migranti si è intensificata dall'inizio dell'anno. Il 18 marzo scorso 500 clandestini erano riusciti ad attraversare il confine, il numero più grande dal 2005. Al centro di accoglienza di Melilla, che può accogliere 480 persone, sono oggi ospitati in mille 900. Spagna e Marocco hanno rafforzato la vigilanza a febbraio, quando 15 migranti annegarono nel tentativo di entrare nell'altra enclave di Ceuta. All'inizio di marzo più di 1.600 immigrati avevano cercato di assaltarla senza riuscirci. Intanto, oltre 300 persone sono stati soccorse nel canale di Sicilia dalla nave della Marina militare Libera e poi accompagnate nel porto di Palermo.
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