Al tredicesimo giorno dell'operazione "Margine protettivo" d'Israele nella Striscia di Gaza, si combatte casa per casa. Il bilancio dei palestinesi uccisi è salito a 356, i feriti sono circa 2.600. L'artiglieria israeliana spara nei quartieri popolari di Sajaya e Zaitun, ad Est
di Gaza. Hamas attraverso la Croce Rossa ha chiesto una tregua umanitaria di due ore a Israele per aiutare i feriti e recuperare i cadaveri nell'area di Sajaya, nelle cui strade ci sono decine di corpi abbandonati. Nonostante il monito d'Israele di sgomberare le case, 62.000 il numero degli sfollati secondo l'agenzia Onu per i rifugiati, in migliaia sono rimasti. Le Brigate Ez-Zedim Al Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno annunciato di avere ucciso 15 soldati israeliani mentre 17 sono rimasti feriti. L'esercito israeliano ha dichiarato di voler intensificare l'offensiva terrestre. Quello che si sta consumando nella Striscia di Gaza è il conflitto più sanguinoso in Medio Oriente dal 2009. "Ora la fase terrestre si estende con forze supplementari per combattere il terrorismo nella Striscia di Gaza", si legge in un comunicato, "e stabilire una realtà che garantisca agli israeliani di vivere in sicurezza". Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si scaglia contro la sua controparte turca Recep Tayyip Erdoğan accusato di commenti antisemiti. In una conversazione telefonica con il segretario di Stato [...]
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