Quattro presunti scafisti sono stati fermati a Pozzallo su disposizione della Procura di Ragusa. Si tratta di due tunisini, un eritreo e un somalo. Secondo l'accusa erano l'equipaggio a bordo di due gommoni e una barca in legno che trasportavano
complessivamente 470 migranti, soccorsi dalla nave militare "Fenice" sbarcata a Pozzallo. I 4 fermati facevano parte di un'organizzazione criminale libica dedita all'immigrazione clandestina in Italia. Per il trasporto dei quasi 500 migranti all'organizzazione sono andati 470 mila dollari. Con gli ultimi quattro arresti sono 66 gli scafisti arrestati dalla Mobile di Ragusa. Si tratta di A.A., tunisino di 28 anni e di suo fratello S. di 30 anni, del somalo A.M. di 40 anni e di A.A, eritreo, di 30 anni. Per evitare rischi e arrivare prima in territorio italiano i libici che organizzano i viaggi dei migranti adotterebbero un modus operandi, ormai collaudato, che consiste nel chiedere soccorso in mare con un telefono satellitare dopo aver simulato un guasto al motore. A rivelarlo agli investigatori è stata la stessa donna che ha raccontato di aver visto morire tre suoi compagni di viaggio. Stando a quanto dichiarato dai testimoni, ogni migrante ha pagato in media 1.500 dollari per un totale di oltre 700 mila dollari, che sono andati quasi tutti agli organizzatori, mentre agli scafisti, come loro stessi hanno riferito, sarebbero andati 5 mila dollari.
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