'Ndrangheta, confiscati beni per 5 milioni a boss del reggino defunto

La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha confiscato beni per 5 milioni di euro riconducibili a Rocco Antonio Gioffrè e ai suoi eredi: morto nel gennaio 2011, Gioffrè era ritenuto dagli inquirenti capo indiscusso dell'omonima cosca di 'ndrangheta egemone nel
comprensorio di Seminara (Rc). Gioffrè era stato arrestato nell'ambito delle operazioni "Topa" (novembre 2007) ed "Artemisia" (aprile 2009), in entrambe con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata, la prima, al condizionamento del voto nelle elezioni amministrative del 2007 per l'elezione del sindaco del Comune di Seminara, la seconda, alla commissione di delitti contro la persona, all'acquisizione, alla gestione e al controllo diretto ed indiretto di attività economiche. Nel corso del processo "Topa" era stato condannato, in I grado, per associazione di stampo mafioso, mentre nel processo "Artemisia" la Corte d'Appello ha dichiarato estinto il reato dopo la morte di Gioffrè. Il provvedimento di confisca, disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, scaturisce da una proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale formulata dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria ed è il risultato di un'indagine che ha consentito agli investigatori della Dia, alla luce delle nuove disposizioni normative compendiate nel Codice Antimafia. Nel patrimonio oggetto di confisca figurano in particolare una ditta del settore delle colture olivicole con sede in Seminara; circa 170.000 mq di terreno agricolo suddiviso in 34 appezzamenti a Seminara, quasi tutti coltivati ad uliveti; 5 fabbricati in contrada Santa Venera di Seminara; un frantoio con linea completa automatizzata per la macina delle olive; aiuti pubblici al reddito degli agricoltori ("titoli") erogati dall'Arcea per un valore complessivo di circa 58mila euro. 


Via: AskaNews

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