La Guardia di Finanza di Torino ha concluso un'articolata operazione che ha portato al sequestro di una fabbrica di prodotti in falso cashmere e 150.000 articoli di abbigliamento con false indicazioni nelle etichette. L'indagine è partita da un negozio torinese che vendeva
sciarpe in cashmere a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato. Sono pertanto scattate le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Torino, che hanno portato al sequestro delle sciarpe all'interno dell'esercizio commerciale. Dalle analisi di laboratorio, effettuate presso l'Agenzia delle Dogane e Monopoli di Milano, è emerso che, anziché essere composte da un 50% per cento di cashmere ed un 50% di altra lana, erano in realtà composte da un filato contenente in prevalenza viscosa e polyammide e solo in minore parte lana. Inoltre, parte del tessuto conteneva pelo di coniglio e non il pregiato pelo di capra "hircus". I finanzieri sono quindi risaliti ai fornitori del commerciante: si tratta di due grossisti con sede nelle province di Milano e Bergamo. Le perquisizioni hanno consentito di porre sotto sequestro oltre 30.000 capi di vestiario con false etichette. L'operazione nel suo complesso ha permesso di denunciare quattro responsabili per i reati di frode in commercio e di messa in vendita di prodotti industriali attestandone falsamente la qualità.
sciarpe in cashmere a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato. Sono pertanto scattate le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Torino, che hanno portato al sequestro delle sciarpe all'interno dell'esercizio commerciale. Dalle analisi di laboratorio, effettuate presso l'Agenzia delle Dogane e Monopoli di Milano, è emerso che, anziché essere composte da un 50% per cento di cashmere ed un 50% di altra lana, erano in realtà composte da un filato contenente in prevalenza viscosa e polyammide e solo in minore parte lana. Inoltre, parte del tessuto conteneva pelo di coniglio e non il pregiato pelo di capra "hircus". I finanzieri sono quindi risaliti ai fornitori del commerciante: si tratta di due grossisti con sede nelle province di Milano e Bergamo. Le perquisizioni hanno consentito di porre sotto sequestro oltre 30.000 capi di vestiario con false etichette. L'operazione nel suo complesso ha permesso di denunciare quattro responsabili per i reati di frode in commercio e di messa in vendita di prodotti industriali attestandone falsamente la qualità.
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