Dzhokhar Tsarnaev, il ventunenne attentatore della maratona di Boston, è stato condannato a morte. La sentenza è stata letta nell’aula della Corte federale di Boston alla presenza dell'imputato. I 12 giurati, all'unanimità, sono stati riuniti oltre 14 ore in
camera di consiglio. Solo l'accordo poteva portare alla condanna a morte. La pena capitale era stata abolita in Massachussets oltre 30 anni fa ma poteva essere ripristinata in presenza del reato federale di esplosione di ordigni di sterminio. Dzokhar ha ascoltato la lettura della sentenza senza mostrare alcuna particolare emozione, raccontano i testimoni. Poco più di due anni fa, il il 15 aprile del 2013, alle alle 14.45, due bombe esplosero in contemporanea vicino alla linea del traguardo della maratona di Boston, uccidendo tre persone e ferendone più di 260. Tra le vittime, anche un bambino di otto anni. Secondo l'Fbi, le due bombe erano state costruite usando due pentole a pressione riempite di esplosivo a basso costo, chiodi, cuscinetti e pezzi di metallo. Dopo aver analizzato i video delle telecamere di sicurezza, il 18 aprile la polizia identificherà i due sospetti: Tamerlan Tsarnaev, 26 anni, e il fratello minore Dzhokhar Tsarnaev, 19 anni, di origine cecena. Due anni prima i servizi segreti russi avevano segnalato Tamerlan Tsarnaev all'Fbi, identificandolo come un sostenitore del fondamentalismo islamico.
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