Napoli, colpo al clan camorra dedito a estorsioni e droga: 11 arresti

I Carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 11 soggetti (nove finiti in carcere e 3 colpiti dal divieto di dimora) ritenuti
responsabili, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla finalità di agevolare il locale clan camorristico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. L'indagine ha avuto inizio nel 2015, quando un esponente di spicco della famiglia egemone nel rione Savorito di Castellammare, quella degli Imparato (anche conosciuti come i "Paglialoni", fiancheggiatori del clan D'Alessandro), ha avvicinato il titolare di un esercizio commerciale per imporgli la fornitura di estintori. La conseguente attività investigativa, compiuta soprattutto attraverso attività tecniche e servizi di osservazione e pedinamento, ha consentito di accertare l'attività estorsiva posta in essere da alcuni degli indagati che, appartenenti alla famiglia Imparato, effettuavano, per conto di terzi, il recupero di crediti insoluti anche nei confronti di soggetti appartenenti ad altri clan. Smantellare, grazie ai numerosi arresti, perquisizioni e sequestri di stupefacente, la storica "piazza di spaccio" del quartiere stabiese del rione Savorito all'interno della quale operavano, con precise mansioni, addetti alla vendita di cocaina, marijuana e hashish (costantemente rimpiazzati dopo gli arresti), custodi della droga e vedette che, a bordo di biciclette elettriche, per le vie del rione, erano poste a guardia del dispositivo. Appurare che l'organizzazione aveva la disponibilità di armi da fuoco e che, sebbene autonomamente gestita, parte degli introiti derivanti dall'illecita attività andavano ad alimentare le casse del clan D'Alessandro. E' stato possibile documentare, tra gli altri, un episodio nel corso del quale un assuntore veniva dapprima violentemente aggredito, per essersi approvvigionato di stupefacente da una "piazza di spaccio" concorrente, per poi essere "riabilitato" dal capo del sodalizio in quanto cliente abituale.


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