Allarme antrace, ma era solo peperoncino dall'Eritrea

Agli amanti della cucina verrebbe da consigliare il peperoncino dall'Eritrea. Basta pensare cos' è successo con quella spezia ieri nell'ufficio postale di via Mameli nel giro di pochi attimi. La polvere si è diffusa uscendo dal pacco arrivato dal paese africano, provocando malessere tra quattro tra impiegati e direttore di cui una di loro è stata portata al pronto soccorso di borgo Trento per un'irritazione agli occhi. L'ufficio è stato evacuato nel giro di pochi secondi, sono intervenuti polizia a vigili del fuoco e si è accesso un allarme rosso con motivazioni che poteva in quel momento prevedere di tutto dal terrorismo al gesto di un folle. Il tutto si è spento quando è arrivato il cittadino eritreo al quale era stato destinato il pacco. Il 46enne ha rivelato subito agli agenti delle Volanti che si trattava di peperoncino, inviatogli da un parente. La conferma arrivata nel pomeriggio ai vigili del fuoco ha chiuso il caso. Ci ha pensato il comparto speciale dei vigili del fuoco Nbcr (Nucleare batteriologico chimico radiologico), composto dal caposquadra Umberto Amara, il vigile coordinatore Roberto Buniotto e il vigile esperto Gino Emer, a eseguire una campionatura della polvere sospetta, già spedita al nucleo regionale di Mestre per le analisi. Gli operatori hanno indossato tute bianche e guanti protettivi e maschere antigas, dopodiché sono entrati nell'ufficio per prelevare il materiale, deponendolo in sacchi sigillati. In serata è arrivata la conferma del laboratorio regionale dei vigili del fuoco: si trattava di una macinatura di farina e altre spezie, prodotte in Eritrea.

Fonte: L'Arena

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