Milano, 29 mar. - È in pieno svolgimento l'attività d'indagine sui pezzi della busta la cui esplosione ha ferito sabato mattina un impiegato delle Poste che la stava smistando nel Centro meccanizzato postale di piazzale Lugano, a Milano. Gli investigatori della Digos, infatti, vogliono avere certezze sul fatto che la busta contenesse esplosivo o solo polvere pirica. Quest'ultima ipotesi appare più probabile, data la lieve entità della deflagrazione che ha ferito in modo non grave il dipendente. La polvere verrà poi comparata con quelle inviate in altre occasioni. La Scientifica cercherà anche di evidenziare eventuali impronte lasciate da chi ha confezionato il pacco, una busta gialla imbottita contenente un portafoglio (una trappola a strappo), e di risalire all'annullo postale, andato parzialmente distrutto nell'esplosione. Si cercano ulteriori analogie con la busta esplosiva spedita al Cie di Gradisca d'Isonzo e con il tubo esplosivo piazzato alla Bocconi. La firma sarebbe dello stesso gruppo insurrezionalista, «Sorelle in armi - Nucleo Mauricio Morales/Fai». La busta era indirizzata alla sede della Lega Nord di via Bellerio, e all'interno c'era una frase contro il ministro Maroni e un riferimento ai Cie, i centri di identificazione ed espulsione per clandestini, proprio come nel caso della bomba alla Bocconi.
Fonte: Corriere della Sera
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