Due degli 11 direttori dei lavori per gli appalti della manutenzione sentiti ieri dalla Guardia di Finanza alle Molinette saranno interrogati oggi anche dal pm Cesare Parodi. È il primo e tangibile segnale degli sviluppi di indagine sul «sistema Chiaro». L’ingegnere a capo dell’ufficio tecnico della principale azienda ospedaliera del Piemonte è finito in carcere per un’unica tangente, di 52 mila euro, ricevuta dall’amministratore di Sae, la società che vinse uno dei lotti a gara. Ma la procura e gli investigatori delle fiamme gialle al comando del maresciallo Michele Alterio sospettano che la percentuale del 5 per cento sugli importi degli appalti fosse un sistema. Costruito sui 48 milioni di lavori di manutenzione su cui si concentra l’inchiesta. Tutto parte dal computer dell’ingegner Chiaro: l’analisi dei documenti ha rimesso in moto l’inchiesta dopo gli arresti. Il «caso Sae», con le dichiarazioni dei manager della società romana, è particolare: nasce dall’«esigenza» dell’ospedale di trovare i fondi attraverso la manutenzione anche per arredare l’asilo nido interno. In quel contesto Sae ricava la provvista per pagare la percentuale a Chiaro e a Carlalberto Masia, suo collaboratore. Per tutti gli altri appaltatori della manutenzione questo meccanismo non si ripeterebbe. E allora? Dal computer di Chiaro emergono altre «anomalie». Oggetto dei riscontri che gli investigatori cercano sull’esistenza di un sistema delle tangenti. Contemporaneamente agli interrogatori, ieri si è proseguito con altre perquisizioni, questa volta nei confronti di quanti nell’ufficio tecnico delle Molinette hanno rivestito il ruolo di direttori dei lavori.
Via: La Stampa
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