Camorra, nelle pen drive di Panaro tutti i segreti dei Casalesi


Non era solo un esperto di informatica, come ha precisato il colonnello provinciale dei carabinieri Crescenzio Nardone, ma anche un attento studioso degli atti giudiziari che lo riguardavano. Tanto da portarseli dietro ovunque, perfino nell’appartamento che fino a due giorni fa rappresentava il rifugio per la sua latitanza che durava dal 2003. In quel covo di via Goldoni, a Lusciano, gli investigatori hanno infatti trovato, tra carte e documenti interessanti, atti giudiziari che vedevano coinvolto Nicola Panaro — al quarto posto nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia dopo Michele Zagaria, Antonio Iovine e Mario Caterino e catturato mercoledì sera — probabilmente le tre ordinanze di custodia cautelare a suo carico. Nicola «il principino», dunque, cugino di Francesco Schiavone "Sandokan" (e considerato molto vicino al figlio di Sandokan, Nicola) ci teneva a leggere e studiare personalmente le accuse che lo riguardavano. Non solo. Nel suo covo — tra disturbatori di frequenze, rilevatori di microspie, cellulari, schede di memoria e antenne gps — sono state trovate anche diverse «pen drive» che potrebbero avere un ruolo chiave. Gli 007 hanno già dato incarico a un consulente di duplicarle per visionarne il contenuto. 


Via: Corriere del Mezzogiorno

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