Passo indietro del portavoce della provincia di Helmand in relazione alla confessione dei tre italiani di Emergency arrestati in Afghanistan con l'accusa di aver preso parte a un piano per assassinare il governatore Gulab Mangal. "Non ho mai accusato gli italiani di Emergency di essere in combutta con Al Qaeda. Ho solo detto che Marco (il chirurgo dell'Ong) stava collaborando e rispondendo alle domande", ha dichiarato Daoud Ahmadi al Giornale. La notizia della presunta confessione dei tre era stata diffusa dal quotidiano britannico The Times. Ora però la questione sembra diversa, con una sostanziale smentita delle dichiarazioni del portavoce afghano. Contattato dal Giornale, Daoud Ahmadi, ha aggiunto che il presunto attentato "è responsabilità di alcuni individui". "Questo non significa che l'intero ospedale di Emergency doveva portare a termine la missione - ha precisato-. Spero che gli italiani collaborino con noi per fare pulizia di certa gente con intenti criminali". ''Il Times di Londra mi ha citato in modo sbagliato, soprattutto per il riferimento di un legame fra gli italiani ed Al Qaeda, ed oggi ha chiesto scusa'', ha ribadito all'Ansa il portavoce del governo di Helmand, Daoud Ahmadi. "Tutto quello che ho da dire è quello che ho dichiarato il primo giorno, e non aggiungo altro perché le indagini sono ancora in corso". Annunciando l'arresto di nove persone, Ahmadi aveva precisato che le armi trovate nell'ospedale di Emergency servivano per un complotto pro-talebani teso fra l'altro ad uccidere il governatore Goulab Mangal. Commentando poi la visita dell'ambasciatore italiano Claudio Glaentzer, il portavoce ha detto che il diplomatico ha incontrato il governatore Mangal a cui ha ribadito "la fiducia delle autorità italiane nelle leggi afghane", chiedendo comunque "una accelerazione delle indagini per poterne conoscere i risultati al più presto".
Via: TGCom24
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