È durata circa un’ora la deposizione dell’allenatore Carlo Ancelotti nel processo Calciopoli in corso al Tribunale di Napoli. L’ex allenatore di Milan e Juventus ha ricostruito alcune partite dei Campionati 1999/2000 e 2004/2005. In particolare, i pubblici
ministeri Giuseppe Narducci e Stefano Capuano hanno chiesto di analizzare il rapporto che intercorreva tra l’arbitro Massimo De Santis e il direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, entrambi imputati. Ancelotti con estrema decisione ha detto di aver notato un rapporto molto confidenziale. «Si davano del tu, anche se De Santis ha un carattere molto estroverso ed è in confidenza con allenatori e calciatori». La deposizione dell’allenatore è proseguita nella ricostruzione di un episodio relativo all’incontro Siena-Milan del 17 aprile 2005, terminato con il punteggio di 2-1. «In quell’occasione l’arbitro Collina - dice Ancelotti - annullò un gol di Shevchenko sulla segnalazione di un fuorigioco inesistente dell’assistente Baglioni». Al termine di quella partita Ancelotti rientrò a Parma viaggiando in macchina con l’addetto agli arbitri Leonardo Meani, con il quale scambiò impressioni e commenti sulla partita. «Rimasi esterrefatto per la decisione dell’assistente - racconta Ancelotti - che considerai una scelta premeditata per danneggiare il Milan. Durante il viaggio io e Meani discutemmo della partita e del grave torto subito». Nella sua deposizione Carlo Ancelotti ha analizzato anche alcuni episodi del Campionato 1999/2000, in particolare la partita Perugia-Juventus, quando tra un tempo e l’altro ci fu un’attesa di un’ora e mezza. «Non ci furono errori dell’arbitro - racconta l'allenatore del Chelsea - ma il fatto strano in una partita così importante fu quell’intervallo così lungo». La trascrizione di 78 telefonate inedite è stata chiesta dal pm di Calciopoli, Giuseppe Narducci, in apertura dell’udienza del processo in corso a Napoli. «Si tratta - ha spiegato Narducci - di conversazioni che riguardano il periodo storico coperto dalle indagini svolte dalla Procura di Torino e riguardano per lo più gli imputati Moggi, Pairetto e Mazzini.
Fonte: La Stampa
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