E' morta al Policlinico Gemelli di Roma la bambina di sei mesi che la madre avrebbe lanciato lunedì dal balcone del secondo piano della sua abitazione di Passo Corese, frazione del comune di Fara in Sabina (RI). La caduta, secondo quanto appreso dal
Policlinico, aveva provocato gravi lesioni per trauma cranico. I genitori hanno dato il consenso alla donazione degli organi. La piccola di Passo Corese era stata ricoverata la mattina di lunedì 31 maggio nel reparto di Terapia Intensiva Pediatrica del Policlinico Gemelli. Per la gravità felle lesioni riportate al momento della caduta, la bambina ha presentato un "progressivo, inarrestabile e irreversibile peggioramento delle condizioni cliniche neurologiche", riferiscono fonti ospedaliere. Dopo la nascita della piccola alla madre era stata diagnostica una sindrome depressiva post-partum ed era in cura da uno psicologo che le aveva prescritto un terapia farmacologica. Ma, secondo il compagno il suo comportamento non aveva mai destato allarme. "E' da anni che lottiamo per far decollare il servizio di assistenza domiciliare della Asl di Rieti ai nuovi nati e alle puerpere - spiega Antonio Ferraro, presidente di Cittadinanzattiva Rieti - e solo da sei mesi il servizio, fortemente voluto dalle associazioni, è partito, ma solo per chi partorisce all'ospedale di Rieti. Tutte le altre mamme restano senza alcun tipo di supporto. Sono tanti i casi a rischio come la donna di Passo Corese e agire sulla prevenzione diventa fondamentale".
Policlinico, aveva provocato gravi lesioni per trauma cranico. I genitori hanno dato il consenso alla donazione degli organi. La piccola di Passo Corese era stata ricoverata la mattina di lunedì 31 maggio nel reparto di Terapia Intensiva Pediatrica del Policlinico Gemelli. Per la gravità felle lesioni riportate al momento della caduta, la bambina ha presentato un "progressivo, inarrestabile e irreversibile peggioramento delle condizioni cliniche neurologiche", riferiscono fonti ospedaliere. Dopo la nascita della piccola alla madre era stata diagnostica una sindrome depressiva post-partum ed era in cura da uno psicologo che le aveva prescritto un terapia farmacologica. Ma, secondo il compagno il suo comportamento non aveva mai destato allarme. "E' da anni che lottiamo per far decollare il servizio di assistenza domiciliare della Asl di Rieti ai nuovi nati e alle puerpere - spiega Antonio Ferraro, presidente di Cittadinanzattiva Rieti - e solo da sei mesi il servizio, fortemente voluto dalle associazioni, è partito, ma solo per chi partorisce all'ospedale di Rieti. Tutte le altre mamme restano senza alcun tipo di supporto. Sono tanti i casi a rischio come la donna di Passo Corese e agire sulla prevenzione diventa fondamentale".
Fonte: Tgcom24
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