Macerata, 30 indagati per traffico di rifiuti tossici

Maxiblitz dei carabinieri del Noe di Ancona. Materiali altamente pericolosi venivano smaltiti nelle normali discariche senza subire i dovuti trattamenti. Tra gli arrestati anche una "talpa" alla procura del capoluogo marchigiano, che copriva gli indagati ed un tenente
della polizia provinciale di Macerata. Secondo i carabinieri del Noe e la procura di Napoli, infatti, intorno a questi due impianti modello, sorti fra il 1988 e il 1989, si sarebbe dipanata la "Ragnatela" (nome in codice dell'operazione) di un maxi traffico illegale d'immondizia. Un fiume di 100mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi provenienti dal sud che, fra il 2005 e il 2009, sono stati smaltiti in discariche pubbliche, dopo essere stati fintamente ripuliti nell'impianto d'inertizzazione di Corridonia e declassificati. Un giro d'affari da 5 milioni di euro, scoperto dai carabinieri del Nucleo per la tutela dell'Ambiente di Ancona grazie a un controllo nella discarica campana di Casoria. 30 gli indagati e 11 le ordinanze di custodia cautelare (nove gli arresti), firmate dal gip di Napoli per reati che vanno dall'associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti alla truffa aggravata, dalla corruzione all'accesso abusivo ai sistemi informatici. I fili della ragnatela convergevano sulle Marche da varie regioni italiane. Arrivavano melme, terre e rocce da scavo, fanghi industriali, filtri, ceneri pesanti, polveri di caldaia: miscele micidiali, contaminate da arsenico, cromo, rame, piombo e idrocarburi, che avrebbero dovuto essere smaltite dopo un costoso trattamento di neutralizzazione e che, invece, per assicurare un surplus di guadagani alla banda, finivano senza alcuna precauzione in discariche compiacenti. Per l'accusa i gestori degli impianti erano perfettamente consapevoli di accogliere carichi incompatibili con le loro autorizzazioni. Complessivamente il valore dei beni sequestrati all'organizzazione, incastrata anche grazie alle intercettazioni telefoniche, ammonta a 20 milioni di euro. Ancora tutto da calcolare invece il danno potenziale alla salute dei cittadini.

Fonte: SkyTg24

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