Melania: testimoni confusi, smentiti riti sessuali in caserma

C’erano altre "Melania" sul Colle San Marco di Ascoli Piceno nel primissimo pomeriggio del 18 aprile scorso: donne che come lei indossavano un giubbetto scuro su dei pantaloni chiari, e che potrebbero aver confuso le idee ai testimoni ascoltati dagli investigatori. Che ad oltre un mese dall’omicidio di Melania Rea, trovata accoltellata nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella (Teramo) il 20 aprile, non sono ancora riusciti a sciogliere il nodo principale dell’inchiesta, se cioè la giovane mamma sia mai arrivata con il marito e la bimba a Colle San Marco, come sostiene Salvatore Parolisi. "Indagheremmo sull’ambiente di lavoro di Salvatore Parolisi anche se lui non fosse istruttore in una caserma dove si addestrano soldatesse, ma lavorasse in un convento di uomini". Così il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli, Alessandro Patrizio, che ha anche smentito ipotesi e voci che circolano su internet e collegano l’omicidio di Melania Rea alla caserma Clementi del 235/o Rav Piceno di Ascoli. "Sento parlare di presunti riti di iniziazione a sfondo sessuale, di case di appuntamento in città, ipotesi destituite di ogni fondamento, decisamente fantasiose" ha detto Patrizio.

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