Cina e Russia hanno posto ieri all'Onu il veto al tentativo di bloccare la strage che si reitera da 11 mesi sotto il governo di Bashar el Assad. Gli altri 13 membri del Consiglio, tra cui Usa, Francia e Regno Unito, avevano votato a favore del piano per fermare le violenze,
condannando il regime siriano, ma escludendo esplicitamente l'intervento armato. Per la seconda volta, però, Mosca e Pechino si sono opposte. Il doppio veto russo e cinese alla risoluzione di condanna della repressione siriana del Consiglio di Sicurezza dell'Onu "sminuisce il ruolo delle Nazioni Unite": ha denunciato il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, definendo l'esito del voto "una grande delusione per il popolo siriano e per tutti i difensori della democrazia e dei diritti umani". Il veto posto da Russia e Cina alla risoluzione Onu concede al presidente Bashar Assad "una licenza d'uccidere". E' quanto hanno dichiarato gli oppositori siriani che fanno capo al Consiglio nazionale siriano. Mosca però difende il suo veto, spiegando che tra le condizioni poste alle Nazioni Unite c'era il no della Russia alla possibilità di un intervento militare mentre il testo presentato al Consiglio di Sicurezza, per l'ambasciatore russo all'Onu, Vitali Churkin, "aveva una formulazione che permetteva l'uso della forza".
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