C'è il concreto rischio di un ricorso alla cassa integrazione per 7-8mila lavoratori all'Ilva di Taranto. Il dato è emerso nel corso dell'incontro che si è svolto ieri in Prefettura a Taranto, presente il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. Lo stesso ministro, pur non fornendo numeri al riguardo, ha detto che "sta per essere presentata una richiesta importante di cassa integrazione da parte dell'azienda". A margine della conferenza stampa, Clini ha affermato che si continuerà a lavorare nelle prossime ore per cercare una soluzione. L'ipotesi che sembrerebbe prefigurarsi è quella di un parziale sblocco dei prodotti a fronte del versamento di un deposito cauzionale da parte dell'Ilva. Alla conferenza stampa ha partecipato anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che ha detto di non rassegnarsi all'idea che all'emergenza ambientale di Taranto si sommi anche la deriva produttiva del più grande siderurgico d'Europa. Intanto, la procura di Taranto ha dato parere negativo all'istanza presentata dall'Ilva con la quale si chiedeva il dissequestro dell'acciaio sequestrato per poter pagare gli stipendi e gli interventi di bonifica. Si attende adesso la decisione della Consulta a cui si è rivolta la magistratura tarantina per far dichiarare l'illegittimità costituzionale della legge
231 del 24 dicembre 2012.
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AGI
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