Fuoco contro la vettura del console italiano a Bengasi,
Guido De Sanctis, uscito illeso ieri sera nella seconda città della Libia. "Sto bene", si è limitato a dire il diplomatico, raggiunto dall'ANSA per telefono pochi minuti dopo i fatti. Secondo quanto riferito da fonti della sicurezza libica, l'automobile blindata del console, che stava tornando a casa, è stata bersagliata da diversi proiettili, ma la corazza ha retto e nessuno è rimasto ferito. Alcuni colpi - sparati apparentemente da un'altra vettura, all'altezza di un incrocio - si sono infranti contro un finestrino, al livello della testa del diplomatico e di quella dell'autista. La vicenda è ora al centro di indagini e approfondimenti. Si tratta dell'episodio più grave che coinvolge un alto funzionario occidentale in Libia dopo
l'assalto di matrice islamico-radicale al consolato Usa di Bengasi dell'11 settembre. De Sanctis fu testimone quasi oculare, trovandosi nel frangente a poca distanza dal luogo dell’eccidio. De Sanctis, 51 anni, è la figura di riferimento per l'Italia a Bengasi, come, a Tripoli, lo è l'ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi. De Sanctis ha risolto tutte le crisi che si sono aperte sia durante che dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi, che hanno visto coinvolti italiani: dal
sequestro di quattro giornalisti ad agosto del 2011 ai sequestri di pescherecci italiani.
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