I carabinieri hanno arrestato nove componenti del clan Mallardo di Giugliano (Napoli): fra le accuse anche quella di aver operato per il voto di scambio alle elezioni provinciali di Napoli nel 2009. È "una piovra dai mille tentacoli" quella
emersa dalle indagini dei carabinieri del Noe di Roma, coordinati dal colonnello Sergio De Caprio, il "capitano Ultimo". Sono nove le persone arrestate, mentre due carabinieri del Nucleo radiomobile di Giugliano sono indagati per corruzione. A finire sotto sequestro è stata l'agenzia immobiliare Sab, la società Gruppo Citri. Il capo del gruppo è ritenuto Domenico Pirozzi, detto Mimì 'o pesante. Lo dimostrerebbero le intercettazioni tra i vari complici e lo confermerebbero anche diversi pentiti che hanno descritto agli investigatori il ruolo di Pirozzi. Il clan avrebbe operato per il voto di scambio alle elezioni provinciali di Napoli nel 2009 (http://bit.ly/11Zo1eu). Secondo l'ordinanza, in un'intercettazione datata due giorni dopo le elezioni, il capo del gruppo, Domenico Pirozzi, parlando al telefono col nipote, "lascia sottendere che il clan si sia adoperato affinché un preciso politico potesse essere favorito". Dalle indagini dei carabinieri, guidati dal capitano Pietro Rajola Pescarini, è emerso che Pirozzi e i suoi erano anche responsabili di rapine, col "buco" o passando dalle condotte fognarie.
Via: Corriere del Mezzogiorno
Foto da video
emersa dalle indagini dei carabinieri del Noe di Roma, coordinati dal colonnello Sergio De Caprio, il "capitano Ultimo". Sono nove le persone arrestate, mentre due carabinieri del Nucleo radiomobile di Giugliano sono indagati per corruzione. A finire sotto sequestro è stata l'agenzia immobiliare Sab, la società Gruppo Citri. Il capo del gruppo è ritenuto Domenico Pirozzi, detto Mimì 'o pesante. Lo dimostrerebbero le intercettazioni tra i vari complici e lo confermerebbero anche diversi pentiti che hanno descritto agli investigatori il ruolo di Pirozzi. Il clan avrebbe operato per il voto di scambio alle elezioni provinciali di Napoli nel 2009 (http://bit.ly/11Zo1eu). Secondo l'ordinanza, in un'intercettazione datata due giorni dopo le elezioni, il capo del gruppo, Domenico Pirozzi, parlando al telefono col nipote, "lascia sottendere che il clan si sia adoperato affinché un preciso politico potesse essere favorito". Dalle indagini dei carabinieri, guidati dal capitano Pietro Rajola Pescarini, è emerso che Pirozzi e i suoi erano anche responsabili di rapine, col "buco" o passando dalle condotte fognarie.
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