Beni per oltre tre milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Palermo agli eredi del capomafia della borgata di "Partanna Mondello" Antonino Porcelli, ergastolano deceduto nel settembre del 2012 a 79 anni. Già uomo di fiducia del boss Rosario Riccobono, eliminato col metodo della "lupara bianca" nel novembre dell'82, Porcelli, era stato imputato in numerosi procedimenti per mafia, a cominciare dal primo Maxi processo. Dopo la scomparsa di Riccobono fu Porcelli a sostituirlo in seno a quella famiglia mafiosa, assumendone il ruolo di reggente. Era stato coinvolto in indagini su diversi omicidi, tra i quali quello dell'eurodeputato democristiano Salvo Lima, capo della corrente andreottiana a Palermo, ucciso nel marzo del '92. Tra i beni confiscati figurano terreni, magazzini e una villa. I beni ora confiscati agli eredi di Porcelli erano stati sequestrati al boss nel 2006. Il provvedimento è stato eseguito su disposizione della sezione Misure di prevenzione della Corte di appello di Palermo, che ha rigettato i ricorsi della vedova, Gaetana Riccobono, peraltro cugina del boss Rosario Riccobono, e dei figli Lorenzo e Bartolomeo. Porcelli scontava l'ergastolo in carcere, dove si era ammalato. Era stato rimesso in libertà nel settembre del 2012, pochi giorni prima di morire, il 22 dello stesso mese.
Via: AGI
Foto da video
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