Se si fosse "messo a posto", non avrebbe avuto più pensieri. Nel linguaggio mafioso, "mettere a posto" significa "pagare il pizzo", per non correre il rischio di eventuali ritorsioni da parte di Cosa nostra. Stavolta, però, l'imprenditore palermitano avvicinato dai quattro affiliati alle cosche non ha esitato e ha denunciato i suoi aguzzini ai carabinieri che li hanno arrestati. Protagonista della vicenda è un imprenditore palermitano molto noto del settore della ristorazione. L'uomo era stato avvicinato lo scorso marzo dai quattro malviventi che avrebbero preteso il pagamento di 4mila euro, 2mila euro a Pasqua e 2mila a Natale, per provvedere al sostentamento delle famiglie dei detenuti. Nelle intercettazioni le minacce. "Qua dentro non verrà più nessuno perché praticamente siamo d'accordo tutti". Il pagamento, invece, avrebbe significato la tranquillità: "significa la pace però à la pace significa la pace assoluta e ti levi questo pensiero se però parli finisci male". L'imprenditore, gravato da difficoltà economiche, ha risposto di non poter soddisfare le richieste e poi ha deciso di denunciare il racket. Le ordinanze di custodia, emesse dal gip di Palermo su richiesta della Dda, hanno riguardato 4 presunti affiliati a Cosa Nostra. Per gli arrestati l'accusa è di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose.
Fonte: TMNews
Foto dal video
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