Erano disposti a tutto pur di continuare il loro commercio di carburante rubato; lettere incendiarie, minacce, ritorsioni, pestaggi: queste le azioni di una banda che si appropriava di combustibile nel deposito della Petroven di Marghera vicino Venezia, azienda controllata dal Gruppo Eni. Oggi 5 persone sono finite in carcere e 4 ai domiciliari; ad una persona è stato imposto dal giudice l'obbligo di dimora e, infine, altre 14 persone sono state denunciate a piede libero. Nel corso degli anni è stata accertata la sottrazione di oltre 650 mila litri di carburante rivenduto poi ad amici, imprenditori e distributori compiacenti. Contando su una misura di tolleranza che per legge è pari allo 0.5%, e che tiene conto di perdite o evaporazioni, alcuni dipendenti infedeli dell'azienda restando entro questi limiti rubavano il combustibile facendolo poi uscire con autocisterne di trasportatori complici; altre volte era proprio la stessa autocisterna a ricevere meno carburante. I ladri hanno potuto rubare una misura rilevante di combustibile anche grazie ai quantitativi di prodotto movimentato dal deposito Petroven, uno dei più grandi d'Europa. Lo stabilimento, infatti, ha un giro di circa tre milioni e mezzo di tonnellate annue di carburante destinato al trasporto su gomma e ai distributori lagunari per il rifornimento delle navi.
Via: Polizia di Stato
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