E' di Samanta Fava il corpo murato in un vecchio caminetto, situato in una rimessa adiacente all'abitazione del 41enne di Fontechiari, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. La donna era avvolta in un lenzuolo bianco e del cellophane. Il 41enne è in carcere dalla notte scorsa. Il suo interrogatorio è terminato poco dopo la mezzanotte ed è avvenuto presso il commissariato di Sora, città dove Samanta viveva e della quale è originario il quarantunenne. L'uomo, che al momento del ritrovamento del cadavere si trovava in Sardegna per lavoro, è stato bloccato ieri sera dagli investigatori del questore Giuseppe De Matteis all'aeroporto di Ciampino. A denunciare la scomparsa di Samanta Fava, il 3 aprile del 2012, era stato l'ex convivente, con il quale la donna aveva un figlio di 11 anni. Samanta, che all'epoca della scomparsa aveva 37 anni, era stata vista l'ultima volta, proprio quel giorno, in compagnia del quarantenne, con il quale aveva instaurato una relazione. Durante le perquisizioni eseguite dalla polizia nell'abitazione dell'uomo erano stati trovati effetti personali della vittima ma lui aveva giustificato la presenza di quegli oggetti in virtù del loro rapporto di amicizia. A maggio scorso aveva persino raccontato di essersi disfatto del corpo di Samanta gettandolo nel fiume Liri, sostenendo che la donna fosse morta in seguito a un malore. Le ricerche, avviate da squadre speciali della polizia, avevano però dato esito negativo e la versione dell'uomo ancora una volta non aveva convinto gli inquirenti.
Fonte: AGI
Via: Libero Quotidiano
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