L'ombra lunga della crisi siriana si staglia su tutto il Medioriente. E la Giordania si prepara. Con la collaborazione dei marines statunitensi sbarcati nel paese per l'annuale esercitazione congiunta. Quella di quest'anno, Eager Lion 2013, durerà un mese e
vedrà coinvolti 4.500 soldati Usa, 3.000 giordani e altri 500 di paesi diversi. Il convitato di pietra di questa esercitazione muscolare è la Siria. Anche se nessuno vuole pronunciarne il nome. Come spiega il generale Robert Catallino, comandante delle forze statunitensi. "In realtà non abbiamo identificato nessun nemico specifico. Chiunque potrebbe svolgere questo ruolo e ci prepariamo a fronteggiare scenari imprevisti con misure di emergenza".Ma il quadro di questi "scenari imprevisti" non sembra essere del tutto astratto. Nella pianificazione dell'esercitazione si prevedono infatti massicci afflussi di rifugiati, violenze urbane e attacchi con armi chimiche in paesi confinanti. Ricorda niente...? Caccia F-16 e batterie anti missili Patriot fanno parte dello schieramento impegnato nell'esercitazione e, dietro richiesta di Amman, sono destinati a rimanere nel paese anche dopo la conclusione di Eager Lion. La minaccia di un allargamento della crisi siriana è ben presente nelle preoccupazioni e negli incubi dei dirigenti giordani. Il re Abdallah, parlando alla cerimonia di brevetto dei nuovi ufficiali all'Accademia militare, si è riferito esplicitamente alla Siria. "Se il mondo non interverrà come dovrebbe o se la crisi dovesse diventare una minaccia diretta alla nostra sicurezza, ha ammonito il sovrano, siamo pronti in qualsiasi momento a difendere il nostro paese e il nostro popolo". Di fronte ai pericoli che si vanno annodando nelle nubi sull'orizzonte siriano, marines, F-16 e Patriot sembrano l'unico ansiolitico in grado di sedare le preoccupazioni e le paure giordane.
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