L'Uruguay potrebbe essere il primo Paese al mondo a produrre "droga di Stato". I parlamentari hanno in esame un progetto di legge che legalizza la produzione e il commercio di marijuana sotto il controllo pubblico. Questa iniziativa è diretta a un mercato che esiste già, non stiamo per promuovere o inventarne uno - dice Julio Calzada, segretario generale del consiglio nazionale delle droghe - secondo i nostri studi ci sono 22 tonnellate di marijuana consumate da 120mila persone all'anno, 75mila al mese e 20mila al giorno, e lo fanno in condizioni non adeguate". La legge prevede la formazione di un organismo, Istituto nazionale della cannabis, che gestirà la produzione e il commercio e la distribuzione. Ogni urugayano potrà coltivare per uso personale fino a sei piante e nasceranno anche dei locali per consumatori. Juan Vaz, portavoce dell'associazione degli studi sulla cannabis. "E' davvero il cambiamento che stavamo aspettando. E' la soluzione all'ipocrisia delle leggi che ci sono ora, che si tratti della coltivazione o la formazione di club". Ma il Paese resta diviso su un tema fortemente dibattuto. Eduardo Savio, dell'Associazione di Chimica e Farmacia. "In realtà noi non capiamo come sia possibile che il governo possa aver preso iniziative così forti contro la dipendenza da tabacco e alcool e nello stesso tempo facilitare l'accesso a una droga. Se una farmacia non è adatta a vendere alcool e tabacco, perché è adatta per comprare della droga?". Domande a cui i parlamentari tenteranno di dare una risposta col dibattito in aula. Il testo è stato approvato con 50 voti favorevoli su 96.
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