I carabinieri del comando provinciale di Catania hanno fermato nove persone, su ordine della Dda etnea, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi con l'aggravante di aver favorito Cosa nostra. L'inchiesta ha fatto luce sulle dinamiche interne ai clan di Vizzini e Francofonte, tra le province di Catania e Siracusa, successive alla cattura del boss Michele D'Avola. Tra i due gruppi sarebbe sorta una spaccatura per la successione al vertice. In questo ambito è da ricollegare il tentato omicidio di Salvatore Navanteri, l'8 agosto scorso, da parte degli uomini di D'Avola. Navanteri infatti mirava all'assunzione della leadership nel clan. L'operazione, che ha impegnato cento militari tra le province di Siracusa, Agrigento e Cremona, ha interrotto la preparazione di un progetto ritorsivo da parte di Navanteri. Assicurando alla giustizia queste nove persone, i militari hanno fermato sul nascere quella che poteva trasformarsi - secondo la Procura - in una sanguinaria guerra di mafia. ''Temevamo omicidi e fughe degli indagati "- ha affermato il procuratore capo Giovanni Salvi, spiegando il perché della richiesta del provvedimento d'urgenza insieme al sostituto Raffaella Vinciguerra. Il comandante provinciale dei carabinieri, il col. Alessandro Casarsa, ha sottolineato come "dalle indagini dei militari dell'Arma era emersa l'ipotesi reale di una ritorsione" con una "esemplare risposta armata" al tentativo di omicidio di Salvatore Navanteri.
Fonte: TMNews
Via: Live Sicilia
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