Mondiali di ciclismo: rubate a Prato tutte le bici della nazionale russa

Brutta sorpresa per i ciclisti russi che partecipano ai campionati mondiali in Toscana che torneranno a casa con un ricordo concreto di uno dei capolavori del neorealismo italiano "Ladri di biciclette": 16 delle loro bici, per un valore di circa 100mila euro, sono state infatti rubate nella notte dai veicoli del team parcheggiati davanti all'albergo di Prato che ospita gli atleti. Tra le bici rubate - principali e di riserva - quelle di Alexander Kolobnev, Yuriy Trofimov e Sergei Chernetckii. L'"inconveniente" ha costretto la squadra a sostituire a tempo di record le bici rubate in vista della gara di domenica, andando a prenderle alla base operativa della Katusha Team, a Lonato (Brescia). Per preparare ognuna di essere sono necessarie ore, ma alla fine le bici nuove sono arrivate a destinazione in Toscana. Non l'ha presa affatto bene uno dei campioni russi che si è trovato ieri inaspettatamente appiedato, Alexander Kolobnev, che ha affidato a Twitter il suo sfogo con l'hashtag "la mafia è ovunque", prospettando la possibilità di non gareggiare. Che si tratti di criminalità organizzata appare improbabile, anche se gli investigatori della squadra mobile della questura di Prato ritengono che il furto non sia certo improvvisato: chi ha rubato le bici ha usato dei furgoni per portarle via e l'operazione sarebbe durata in tutto una quindicina di minuti. Ma che fine possono aver fatto bici cosi' professionali? Il furto delle due ruote dei campioni sarebbe più frequente di quanto si pensi e le possibili destinazioni della refurtiva possono essere paesi esteri o ricchi cicloamatori nostrani desiderosi di allenarsi sui sellini dei campioni: un po' la stessa sorte e destinazione delle opere d'arte rubate.

Via: ANSA
Foto: Katusha

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