Interi villaggi distrutti, 300.000 persone colpite, 328, per ora, le vittime e oltre 400 i feriti. Sono i numeri drammatici del terremoto in Pakistan di 7,7 gradi di magnitudo sulla scala Richter. Devastata la provincia desertica e montagnosa del Beluchistan, ad altissimo rischio sismico. L'emergenza disastri è stata decretata nel distretto di Awaran, epicentro del sisma, al confine con l'Iran. La macchina degli aiuti e dei soccorsi è al lavoro in uno scenario di distruzione. Centinaia di abitazioni di pietre tenute insieme solo dal fango sono crollate, i soldati e le Guardie di frontiera tentano di salvare vite umane tra le macerie. Gli ospedali della zona sono al completo, i feriti più gravi vengono portati a Karachi, nel sud del Paese. Le scosse hanno colpito con una forza tale da creare un isolotto a circa mezzo miglio dal porto di Gwadar, sul Mar d’Arabia. Secondo gli esperti questo lembo di terra potrebbe essere collegato a un vulcano di fango generato dal passaggio del sisma. L'isola è destinata, in tal caso, a essere erosa e distrutta dal mare. L'isola è una montagnola di una ventina di metri d'altezza, lunga una quarantina di metri e larga centinaia. Più che una struttura fissa, dicono gli studiosi, si tratta tecnicamente di quello che i sismologici definiscono un vulcano di fango, in pratica un ammasso di sedimenti spinti verso l'alto dalla pressione del gas metano scatenata dal sisma.
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