I 22 tifosi italiani, ai quali è stato confermato lo stato di fermo dopo gli incidenti in occasione di Legia Varsavia-Lazio di Europa league il 28 novembre scorso, sono da ieri in attesa di giudizio nel carcere di Bialoleka, presso Varsavia; alcuni di loro ha ricevuto Sabato le
visite degli familiari, nonché dell'ambasciatore italiano Riccardo Guariglia. Lo rendono noto i fonti dell'ambasciata presso la quale anche oggi era operativa l'unità di crisi, per offrire aiuto legale e assistenza e chi ne aveva bisogno. Non è ancora chiaro se le autorità polacche accetteranno il provvedimento di libertà provvisoria. "Mio figlio e gli altri ragazzi, tutti giovanissimi, sono stati sottoposti a forti pressioni psicologiche", "chiusi nelle celle quasi senza bere e mangiare" e poi 'coartati' a firmare "un'assunzione di responsabilità dei disordini e la rinuncia alla tutela legale". A denunciare la vicenda all'Adnkronos è Annalisa Compagno, madre di Federico D'Alessandro, 22 anni, uno dei tifosi biancocelesti fermati prima della partita di Europa League Legia Varsavia-Lazio, Sabato condannato a tre mesi di carcere e attualmente detenuto in Polonia. "Ora mio figlio è in carcere insieme ad altre 21 persone condannate in un processo in cui non c'è stata nessuna responsabilità individuale accertata, non c'è stato nessun avvocato, non c'era nessuno dell'ambasciata in Tribunale", sottolinea la madre del giovane. Dei 180 tifosi fermati in seguito agli incidenti scoppiati poche ore prima della sfida di Europa League, 60 sono stati rilasciati: gli altri 120 invece sono stati processati per direttissima.
visite degli familiari, nonché dell'ambasciatore italiano Riccardo Guariglia. Lo rendono noto i fonti dell'ambasciata presso la quale anche oggi era operativa l'unità di crisi, per offrire aiuto legale e assistenza e chi ne aveva bisogno. Non è ancora chiaro se le autorità polacche accetteranno il provvedimento di libertà provvisoria. "Mio figlio e gli altri ragazzi, tutti giovanissimi, sono stati sottoposti a forti pressioni psicologiche", "chiusi nelle celle quasi senza bere e mangiare" e poi 'coartati' a firmare "un'assunzione di responsabilità dei disordini e la rinuncia alla tutela legale". A denunciare la vicenda all'Adnkronos è Annalisa Compagno, madre di Federico D'Alessandro, 22 anni, uno dei tifosi biancocelesti fermati prima della partita di Europa League Legia Varsavia-Lazio, Sabato condannato a tre mesi di carcere e attualmente detenuto in Polonia. "Ora mio figlio è in carcere insieme ad altre 21 persone condannate in un processo in cui non c'è stata nessuna responsabilità individuale accertata, non c'è stato nessun avvocato, non c'era nessuno dell'ambasciata in Tribunale", sottolinea la madre del giovane. Dei 180 tifosi fermati in seguito agli incidenti scoppiati poche ore prima della sfida di Europa League, 60 sono stati rilasciati: gli altri 120 invece sono stati processati per direttissima.
Fonte: Sky Sport
Via: Adnkronos
Foto dal web
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