Potrebbe essere stato l'urto contro i cavi dell'alta tensione che avrebbero bloccato le pale del rotore ad aver fatto precipitare l'AB206 dell'esercito italiano sul Monte Marta, vicino a Viterbo. Sono le 13, l'equipaggio è composto dal generale Gingiacomo Calligaris,
l'istruttore e dal tenente Paolo Lozzi, allievo decolla dalla base militare cittadina. Le condizioni meteo sono ottimali per quello che dovrebbe essere un normale volo di addestramento, invece dopo pochi minuti lo schianto vicino a Traponzo. L'elicottero cade al suolo e si distrugge ma non va in fiamme. Calligaris è considerato il più esperto istruttore di tutto l'esercito, cinquantasette anni è il comandante dell'intera Aves, aviazione dell'esercito. Un soldato con alle spalle una lunga carriera: dall'Accademia di Modena alle missioni in Kosovo, Iraq, Afghanistan. A lui fu affidato il coordinamento delle missioni in Ciad, ad Haiti dopo il terremoto, in Tunisia, Egitto e Libia per l'evacuazioni di italiani durante la primavera araba. Alla guida era il tenente Lozzi, venticinque anni. Sull'incidente saranno aperte due inchieste: una della procura militare e una dell'ente d'aviazione che dovranno accettare l'esatta dinamica dell'incidente. Com'è stato possibile che i due militari non sapessero dei cavi dell'alta tensione? Difficile pensare ad un mero errore di calcolo. Una delle molte domande a cui gli inquirenti dovranno dare una risposta.
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