Ammonta a 53 milioni di euro il danno all'erario accertato dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla mancata rifunzionalizzazione dei
depuratori delle acque reflue gestiti dalla "
Hydrogest Campania Spa" e alla conseguente inefficienza del complessivo sistema di depurazione. Ciò a fronte di un esborso di denaro pubblico pari a oltre 235 milioni di euro.La società era riuscita ad assicurarsi la gestione e l'incasso dei canoni sulle acque reflue per 15 anni, per un volume di introiti stimato in oltre un miliardo di euro. Ma sui canoni delle acque reflue sono emerse delle significative anomalie. Dalle indagini delle Fiamme Gialle è emerso come il calcolo del volume dei ricavi attesi - 62 milioni di euro - fosse stato sovrastimato. La procura contabile ha contestato così la responsabilità di un danno erariale di 53 milioni di euro complessivi, disponendo il sequestro di beni mobili e immobili. Le indagini svolte hanno accertato che non solo gli impianti sono stati riconsegnati non rifunzionalizzati, ammodernati e adeguati alla normativa ambientale, come previsto dalla concessione, ma addirittura in uno stato peggiore rispetto al 2006. Emblematici sono i dati delle analisi effettuate dall'Arpac, che nel periodo di concessione hanno certificato la non conformità ai parametri fissati dal
Codice dell'ambiente, e dai Ruc.
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