A pochi giorni dalla scomparsa di Tito Vilanova è morto un altro grande allenatore di calcio, Vujadin Boksov. Malato da tempo Boskov è morto a 82 anni, come ha reso noto sul suo sito web il Vojvodina, la squadra dove esordì da giocatore nel 1946. I funerali si
svolgeranno martedì prossimo a Beges, nella sua città natale. Il grande allenatore serbo, che il 16 maggio avrebbe compiuto 83 anni, se n'è andato in una domenica di calcio. Come dimenticare quel suo volto un pò burbero ma affettuoso, il suo italiano dall'accento slavo. "E' rigore quando arbitro fischia", amava ripetere, con lapalissiano candore. Era questa una delle frasi più celebri di Vujadin Boskov, uno degli allenatori più istrionici che la storia del calcio ricordi. Ma anche un vincente: portò la Sampdoria alla conquista dello scudetto nel 1991. Un maestro di vita, un mostro d'ironia, tanto simpatico quanto pittoresco, ma anche sarcastico. Irresistibile e inimitabile. La sua competenza mancherà a tanti, in un calcio sempre più frenetico, meccanico e molto poco umano. Dopo 15 anni, 512 presenze e 20 gol messi a segno nel Vojvodina, dopo 57 partite con la Nazionale jugoslava (dal 24 giugno 1951 al 19 giugno 1958, con due Mondiali e un'Olimpiade), Boskov collezionò 13 presenze in Italia, prima di chiudere la carriera nello Young Fellows. Ha vinto dappertutto: in Olanda (Den Haag), in Spagna (Real Madrid) e in Italia.
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