Torna l'incubo della strage a Fort Hood, in Texas, la più grande base militare al mondo già teatro di un sanguinoso episodio in cui nel 2009 morirono 13 persone. Un militare di 35 anni, Ivan Lopez, ha aperto il fuoco in due diversi edifici uccidendo 3 persone e ferendone altre 16 prima di togliersi la vita con un colpo alla testa, mentre veniva affrontato da un militare donna. E' stato riferito dal comandante di Fort Hood, il generale Mark Milley, in conferenza stampa. La strage è avvenuta ieri poco dopo le 16, ora locale. Ai primi spari l'intera area è stata isolata. Secondo le prime ricostruzioni, gli spari sarebbero partiti dall'area dell'ospedale della cittadella militare, circa 10 o 20 colpi - spiegano alcuni testimoni - provenienti dalla zona dove si trova una piscina adibita alla riabilitazione motoria. L'attentatore soffriva di crisi depressive e di ansia. Era un veterano dell'Iraq - dove era stato per 4 mesi nel 2011 - e veniva seguito per disordini da stress post-traumatico. "Soffriva di depressione, ansia e una varietà di altri sintomi", ha spiegato il generale Mark Milley. Le autorità al momento escludono che l'accaduto abbia una matrice terrorista, ma propendono per un diverbio tra soldati, poi degenerato. I colpi d'arma da fuoco, una ventina, sono stati sparati una pistola semi automatica 45 Smith Wesson, acquistata di recente e mai registrata nella base come invece impone il regolamento.
Nessun commento:
Posta un commento