La commissione europea vuole mettere al bando tutte le reti da pesca killer. La decisione, che ora dovrà essere approvata dai 28 Paesi membri, fa esultare le associazioni ambientaliste come Greenpeace, da sempre impegnate in una battaglia per difendere i fondali e la
fauna marina.Infatti nonostante le famigerate spadare siano state proibite fin dal 2002, i pescatori hanno continuato a fare uso di reti derivanti che aggiravano ogni tipo di divieto. Questo genere di reti ha continuato a fare strage di pesci, dai tonni ai delfini, ai pesci spada. Un'abitudine diffusa in Italia e spesso denunciata da Greenpeace che nel 2008 realizzò un video in cui immortalava le violazioni di un peschereccio. Anche a seguito di questa denuncia l'Italia è entrata nella lista nera del Dipartimento di Stato americano dei Paesi in cui viene praticata la pesca illegale. Una lista da cui non è mai uscita. Anche a seguito di questa denuncia l'Italia è entrata nella lista nera stilata dal Noaa del Dipartimento di Stato americano in cui sono elencati Paesi dove ci sono casi di pesca illegale. "Da quella lista, l'Italia non è mai uscita" ha spiegato Greenpeace che spera nel bando totale delle derivanti. La Commissione europea, dopo una consultazione pubblica condotta lo scorso anno, ha così accolto la richiesta di un bando totale avanzata da oltre il 52% di partecipanti, comprese organizzazioni della pesca e Ong.
fauna marina.Infatti nonostante le famigerate spadare siano state proibite fin dal 2002, i pescatori hanno continuato a fare uso di reti derivanti che aggiravano ogni tipo di divieto. Questo genere di reti ha continuato a fare strage di pesci, dai tonni ai delfini, ai pesci spada. Un'abitudine diffusa in Italia e spesso denunciata da Greenpeace che nel 2008 realizzò un video in cui immortalava le violazioni di un peschereccio. Anche a seguito di questa denuncia l'Italia è entrata nella lista nera del Dipartimento di Stato americano dei Paesi in cui viene praticata la pesca illegale. Una lista da cui non è mai uscita. Anche a seguito di questa denuncia l'Italia è entrata nella lista nera stilata dal Noaa del Dipartimento di Stato americano in cui sono elencati Paesi dove ci sono casi di pesca illegale. "Da quella lista, l'Italia non è mai uscita" ha spiegato Greenpeace che spera nel bando totale delle derivanti. La Commissione europea, dopo una consultazione pubblica condotta lo scorso anno, ha così accolto la richiesta di un bando totale avanzata da oltre il 52% di partecipanti, comprese organizzazioni della pesca e Ong.
Nessun commento:
Posta un commento