Erano circa le 8.10 di mattina del 28 maggio 1980 quando a Roma, davanti al Liceo Giulio Cesare, mentre centinaia di studenti entravano a scuola, cadeva sotto il fuoco dei Nuclei Armati Rivoluzionari, l'agente di polizia Francesco Evangelista, detto Serpico. Oggi a 34 anni di distanza da quell'agguato, familiari di Serpico, alcuni consiglieri del secondo municipio e un gruppo di studenti del liceo hanno partecipato alla cerimonia commemorativa, durante la quale sono state messe a dimora sul giardino davanti al Giulio Cesare tre piante di rose. Tra i presenti anche Giuseppe Manfreda, collega di Serpico, rimasto ferito nel conflitto a fuoco e Lina Ghizoni Evangelista, moglie dell'agente che confida di essere riuscita a perdonare gli assassini di suo marito solo dopo alcuni anni. "Sì, ci sono riuscita dopo alcuni anni. Il Signore mi ha dato questa forza e anche la possibilità di avere una pace interiore che mi ha aiutato a crescere i miei figli e ad andare avanti perché i primi anni sono stati tremendi". Il consigliere municipale, Elena Improta, ha presentato una proposta per intitolare l'area verde di fronte alla Scuola a Francesco Evangelista. L'obiettivo era quello di disarmare i tre agenti e di schiaffeggiarli, per "ridicolizzare la militarizzazione del territorio". I poliziotti si accorsero della loro presenza e cercarono di reagire, ma i terroristi aprirono il fuoco per primi.
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