Mentre il giudice di Khartoum emetteva la condanna a 100 frustate e morte per impiccagione, fuori dal tribunale l'associazione Change Now protestava per la sentenza e diffondeva la notizia del suo caso al mondo. La storia di Meriam Yehya sta
mobilitando la comunità internazionale. Ventisette anni, nata da madre etiope-ortodossa, il padre musulmano che l'ha abbandonata quando ne aveva 6, è stata cresciuta nella fede cristiana, ma il solo fatto di essere nata da un musulmano fa di lei una apostata per il tribunale di Khartoum, che l'ha giudicata colpevole di adulterio per essersi unita in matrimonio con un cristiano. La donna, incinta di 8 mesi del suo secondogenito, è in carcere con il suo primo figlio di 2 anni. La condanna, secondo l'applicazione della Sharia, la legge coranica, non potrà essere applicata sino al parto. Dall'indipendenza del Sudan del Sud, animista e cristiano nel 2011, la Repubblica del Sudan con una popolazione di 31 milioni di abitanti per il 97% di religione musulmana, ha scelto l'applicazione della legge coranica per la regolamentazione della società. Il caso di Meriam riporta all'attenzione del mondo sull'intolleranza religiosa e la condizione dei cristiani nei paesi dominati dalla Sharia. Da Amnesty International alle ong del mondo, è partita la raccolta di firme per sospendere la condanna a morte. La campagna, rilanciata [...]
Fonte: SkyTG24
Servizio di Maria Cristina Boschetti
Immagine: BBC
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