"Nessuna contraddizione nelle indagini". La Procura di Bergamo difende la linea operativa seguita nel caso di Yara Gambirasio. "Il Dna è stato il faro dell'attività investigativa", dice il Procuratore Francesco Dettori che ha definito "stupide" le polemiche sui milioni di euro spesi per le migliaia di test genetici. "Per trovare la verità sul caso di una ragazza di 13 anni - dice - non si bada a spese". "Dopo aver riesumato il cadavere di Guerinoni, non abbiamo avuto più nessun dubbio che fosse il padre del soggetto che stavamo cercando", ha spiegato Letizia Ruggeri, pm titolare dell'indagini. Intanto parla anche don Corinno, parroco di Brembate, da sempre vicino alla famiglia della tredicenne uccisa. "Il padre di Yara", secondo quanto ha riportato il sacerdote, "ha detto che in questi giorni devono pensare solo a pregare per la famiglia Bossetti, perchè stanno soffrendo più di noi". Resta intanto in carcere Massimo Giuseppe Bossetti, l'uomo accusato dell'omicidio. Ieri, nell'interrogatorio davanti al Gip ha sostenuto di essere del tutto estraneo al delitto, affermando che la sera della scomparsa della ragazzina si trovava in casa. L'indagine che ha portato all'arresto di Bossetti è stata "un'operazione di assoluta avanguardia scientifica" (Mario Parente, comandante dei carabinieri del Ros), un "caso unico che potrà essere illustrato nelle scuole di polizia giudiziaria" (Raffaele Grassi, direttore dello Sco).
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